SIMME ‘E NAPULE, PAISÀ

SIMME ‘E NAPULE, PAISÀ

Di Luciano Scateni

Lezione molto accademica di napoletanità. L’attualità la propone in più fasi. Superman Lukaku, che non è più il top terminator seriale di stagioni passate, con andatura al galoppo, se ne va in slalom offensivo e con il gol del due a zero sul Genova, trasforma l’exploit personale in squilli di tromba per il via della grande festa-scudetto, che esplode nel Maradona Stadio, in ogni angolo della città. Esulta il popolo dei “Forza Napoli sempre” ad ogni latitudine del pianeta Terra, nella piazza milanese della ‘Madunina’ stracolma di tifosi degli azzurri, con la straripante gioia dei 70 milioni di telespettatori, in 170 Paesi. Sui canali social del Club è superata la soglia dei 200 milioni di visualizzazioni. Le immagini della festa sul lungomare sono state trasmesse ovunque: Stati Uniti, Medio Oriente e Nord Africa, Russia, Inghilterra, Spagna, Germania, Polonia, Bulgaria, Grecia, Portogallo, Paesi Bassi, Slovacchia, Georgia, Argentina, Brasile, Bolivia, Colombia, Costa Rica, Cile, Messico, Uruguay, Paraguay, Venezuela, Angola, Burkina Faso, Camerun, Capo Verde, Costa d’Avorio, Egitto, Marocco, Mozambico, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Togo, Uganda, Zambia, Zimbabwe,  Australia, Cina, Giappone, Bangladesh, Brunei, Cambogia, Indonesia, Filippine, Nepal, Pakistan, Singapore, Sri Lanka, Thailandia, Accidenti che promozione per  Napoli.

E SUBITO IL DILEMMA: l’head coach, il deus ex machina Conte, ringrazia, saluta e migra altrove? Il dubbio amletico ha poca vita. Elisabetta, first lady di mister Antonio, in perfetta sintonia con la figlia Vittoria, hanno imparato in fretta ad amare la città e il suo stile di vita e impongono il veto all’esodo. De Lau ci mette del suo, con l’offerta di un contratto allettante e promesse, speriamo non da marinaio, di acquisti all’altezza del Napoli tricolore. Conte si napoletanizza, resta tra noi e non è il solo.

HA REGALATO alla sirena Partenope talento, classe, gol, leadership, signorilità, entusiasmo. Da Napoli è andato via solo fisicamente, con il cuore è rimasto e i napoletani non hanno mai temuto un suo addio. Tra quattro giorni Dries Ciro Mertens sarà cittadino Napoletano anche formalmente, perfezionerà la completa integrazione partenopea.

FERMENTO, EUFORIA, un moto di giustificato orgoglio testimoniano in crescendo rossiniano la cognizione di Napoli che nel breve arco di tempo di pochi anni è stimata, come direbbe Jovanotti, ombelico del mondo. Team Zealand sceglie il suo golfo per le sfide delle prestigiose regate dell’America’s Cup 2027. Godere di questo riconoscimento è un selfie motivato da presunzione? Ma no. Non ha più senso il je accuse dell’Italia ancorata a pregiudizi, a razzismo, condizionata da pessima letteratura. Infatti, si è dissolto rapidamente, dissuaso a proseguire nel discrimine del nord egocentrico da inconfutabili analisi della realtà. Si sommano e il fantastico totale è da record, le curve verso l’alto degli indici che certificano graficamente il cosiddetto Rinascimento napoletano. È stabile con tendenza a crescita esponenziale il flusso di turisti italiani e di tutto il mondo, il cinema racconta Napoli come nessun’ altra città, perfino la celebratissima ‘Beautiful, storica soap americana trasferisce per quattro mesi la location delle riprese ai piedi del Vesuvio, il commento alla virtù diffusa dell’accoglienza dei napoletani riceve innumerevoli apprezzamenti. Manca solo un tassello al mosaico della Grande Bellezza di Napoli; negli anni 80 la città è stata colpevolmente deindustrializzata, privata della classe operaia e riappropriarsene è contemporaneamente quanto Napoli si aspetta da chi l’amministra e dall’Italia unita, contrapposta all’Italia dell’autonomia differenziata. 

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