Il Napoli a metà perde un punto a Roma: 1 a 1

Il Napoli a metà perde un punto a Roma: 1 a 1

Di Luciano Scateni

Ma che simpatici questi milanisti, con l’uno a uno del derby con l’Inter fanno un mezzo regalo agli azzurri. Che antipatici gli azzurri, ricambiano con un mezzo regalo alla Roma. Consentono ai giallorossi, con il loro secondo tempo da dimenticare, l’uno a uno strameritato, che premia come la saggezza calcistica di Ranieri. Riflessione ripetitiva: perché mister Conte il suo è non di rado un Napoli di un tempo ok e di uno da sei in condotta?  Occasione d’oro sprecata malamente. Con la vittoria sulla Roma il Napoli avrebbe goduto della vetta solitaria in classifica. Ranieri, gentleman di un ruolo che udite, udite, sta per accogliere nell’albo professionale degli arbitri Giovanni Floris, accreditato conduttore per la7 del seguitissimo “di Martedì”, conferma che per esperienza, preparazione e carisma, è il maestro di restauro delle squadre in penose condizioni o comunque con lui assurte a gloria pur mancando di organici di adeguata qualità. Mister simpatia sembra aver rigenerato la Roma squinternata della prima parte di campionato, anche perché in balia di tecnici inadatti a gestire squadra e il difficile ambiente dei giallorossi. Perfetta la strategia anti Napoli: per un tempo squadra arroccata nella propria metà campo e senza l’infortunio di Svilar, superato da un lob di Spinazzola parabilissimo, ha comunque limitato i danni di un primo tempo con la squadra rimaneggiata per smaltire le fatiche di Coppa del giovedì. Al via della ripresa ha sorpreso gli azzurri appropriandosi del comando delle operazioni e contando sul dispendio di energie degli azzurri profuse nei primi 45 minuti nel tentativo di abbattere la diga difensiva dei giallorossi. Forse Conte avrebbe dovuto valutare con urgenza la chance di mandare in campo, ma al più presto, forze fresche, mentre l’ingresso di Mazzocchi a 15 minuti dal 90esimo ha offerto alla Roma il vantaggio di una potente linea offensiva (Dybala, Baldanzi, Dovbyk, Saelemaekers…), che ha schiacciato gli azzurri nella propria metà campo. Il gol di Angelino a tempo regolamentare scaduto ha certificato l’inevitabile esito di una cattiva interpretazione della partita.  In campo per i 45 minuti della ripresa un Napoli, in affanno e con qualche problema inaspettato del decantato reparto difensivo: che dire, ha raccontato quanto lavoro manca per l’ambizione di regalare a Napoli il quarto scudetto. Esonda dal problema di ordine generale lo squilibrio arrecato dal bilancio vendite-acquisti. Lukaku non è Osimhen, Neres, che le avversarie degli azzurri hanno imparato a neutralizzare non è Kvara e l’infortunio di Buongiorno, in mancanza di un alter ego di pari qualità ha privato il Napoli della personalità carismatica, rassicurante del centrale erede di Koulibaly e Kim. Non è la prima volta che De Lau e chi con lui condivide il delicato ruolo di ‘vendere’ e ‘comprare’ calciatori, delude la febbrile attesa dei tifosi e quel che conta di più, le attese dell’allenatore. Conte, con garbo, dote che non gli fa difetto, ma in chiaro, ha evidenziato l’urgenza di perfezionare l’organico con un alter ego all’altezza del georgiano e con un difensore di qualità. Come in altre circostanze ha preso il via il tam tam di contatti e trattative per l’ingaggio di questo e quel giocatore gradito a Conte, ma piste sistematicamente abbandonate per disaccordi sul valore di giocatori sopravalutati dalle società di provenienza o, come nel caso di Danilo, per indisponibilità a venire a Napoli. Prudenza scaramantica a parte, è il motivo che rende cauto Conte nel pronosticare il futuro degli azzurri, specialmente dopo il mezzo passo falso di stasera.  

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