CHAMPIONS, SFORTUNATA LA PRIMA
Di Luciano Scateni
Si alza il sipario, anche per i 2.700 e più “Forza Napoli sempre” e l’Etihad Stadium si appresta a confermare o smentire gli opinionisti del ‘pallone preso a calci”, divisi in percentuali maggioritarie di chi non ha dubbi: Conte affronta la stagione 2025/2026 con un organico decisamente più competitivo, costruito per uno scudetto bis, a dimensione europea e la grande bellezza, il capolavoro di Guardiola che non è la macchina perfetta di qualche anno fa e lo conferma la partenza deludente delle prime partite della Premier, ma subito riscattata con il sonante 3 a 0 della vittoria sul Manchester United e impreziosita dal mitico Donnarumma. Suggestioni a gogò previste e vedremo perché non vissute per la presenza in azzurro del redivivo profeta in patria De Bruyne strappato da De Lau al City dopo dieci anni di protagonismo nel calcio britannico. Stasera gli azzurri spettava il compito di legittimare l’euforia passionale della Napoli del calcio, alimentata dal tris di vittorie con Sassuolo, Cagliari e Fiorentina. Detto con grande rispetto per il buon esordio nella nostra serie A, competere è stato duro con gli undici di Guardiola, che anche se privi di ‘grossi calibri’ (Kovacic, Marmoush, Cherki, Ait-Nouri) sono comunque un team di caratura interazionale.
È andata com’è andata. 0 a 2 di una partita avvelenata dal fallo che Di Lorenzo è stato costretto a commettere su Haaland sfuggito alla marcatura di Buongiorno, ma sulla pagella degli azzurri si snoda comunque una serie di 7+/8- in riconoscimento della strenua, a tratti eroica resistenza di Politano e compagni all’assalto del Manchester, che anche senza l’enorme vantaggio di giocare per un’ora in undici contro dieci è comunque una ‘signora’ squadra. Obiettivo di Conte è ora l’urgenza di cancellare la serata storta, complicata dalla distrazione di San Gennaro evidentemente in altre faccende affaccendato. Dimenticata in fretta la debacle senza colpe del suo Napoli, conta l’impegno a pensare positivo come suggerisce Jovanotti. Dispiace, fa rabbia non aver potuto sostenere, come annunciato, il test sul valore europeo degli azzurri e non meno la scelta obbligata di dover richiamare in panchina De Bruyne, di rendere amara la trasferta dei tanti “Forza Napoli sempre”. L’incontentabile redattore di questa riflessione a caldo su Manchester-Napoli apprezza la scelta di affidare la difesa tra i pali all’esperienza di Milinkovic, autore di 3-4 parate strepitose e però si chiede se il portierone, posizionato tra i pali, non avrebbe potuto evitare di essere scavalcato dalla debole deviazione di testa del micidiale Haaland. Ma son solo dettagli. A chi legge, risparmio il dettaglio dei cambi operati da Conte e Guardiola, in favore di un particolare apprezzamento per Politano e la sua generosità ormai napoletana e per contestare la novità della Champions che non prevede andata e ritorno nelle rispettive città delle squadre in competizione. In poche parole: inevitabile la sconfitta per l’handicap dell’espulsione del capitano e gol strepitoso di Dogu, ma anche un Napoli gagliardo e sfortunato.
