Convegno «Minori vittime di femminicidi. Art. 577 bis c.p.: prime riflessioni e criticità»

Convegno «Minori vittime di femminicidi. Art. 577 bis c.p.: prime riflessioni e criticità»

Di Alessandra Pinto, avvocato, componente della Commissione Minori del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.

Il 27 maggio 2025 si è svolto presso il Tribunale di Napoli il convegno «Minori vittime di femminicidi. Art. 577 bis c.p.: prime riflessioni e criticità», promosso e organizzato dalla Commissione Minori del COA di Napoli, nella persona delle Coordinatrice, avvocata Cecilia Gargiulo e delle componenti, avv. Alessandra Pinto, avv. Francesca Galateri di Genola, avv. Maria Orfeo, avv. Giovanna Iommelli, avv. Rosanna Armone, avv. Daniela Brizzi.

Il Convegno è stato introdotto da un emozionante intervento dell’avvocata Cecilia Gargiulo sui minori vittime nella Striscia di Gaza ed è proseguito con oratori e oratrici di gran pregio: il Dott. Alfredo Gagliardi, Sostituto Procuratore della Repubblica, Tribunale di Napoli, Sezione IV, fasce deboli, la Dott.ssa Nunzia Brancati, Dirigente Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Napoli, la Dott.ssa Lucia Fortunato, Psicologa Psicoterapeuta, dirigente Psicologa Asl Napoli 1 U.O.C. – Neuropsichiatria Infantile, cui hanno fatto seguito gli interventi dell’avvocata Maria Orfeo e dell’avvocata Giovanna Iommelli.

Relatrici e relatori, in modo magistrale, hanno trattato la tematica sulla scorta delle proprie competenze ed esperienza professionale partendo dalla disamina del nuovo reato di femminicidio introdotto dal disegno di legge proposto dal Governo il 7 marzo 2025 e dal suo inquadramento all’interno del nostro ordinamento giuridico, sino alla tutela dei minori vittime di femminicidio ed alle conseguenze della violenza sul piano psicologico e relazionale.

Il dibattito multidisciplinare, moderato dall’avvocata Alessandra Pinto, ha messo in luce le reazioni contrastanti tra coloro che ne hanno esaltato il significato “simbolico” alla lotta contro un fenomeno di natura sociologica e chi ha evidenziato le criticità strutturali e logico-sistematiche.

L’avvocata Alessandra Pinto rappresentando i dati dei femminicidi avvenuti in Italia nel primo trimestre del 2025 (diciassette, secondo il report pubblicato il 2 aprile 2025 sul sito Ministero dell’Interno da parte della Direzione centrale della Polizia criminale presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno) ha rilevato come sia necessario intrecciarli con i tentati femminicidi e l’aumento dei reati c.d. sentinella, quali maltrattamenti, stalking e violenze sessuali.

Sono stati portati all’attenzione della platea anche i dati raccolti da una collaborazione di Save The Children con il Servizio Analisi Criminale, ufficio interforze del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, sui dati inseriti nell’applicazione “SCUDO”: nel 2023 le richieste di aiuto e intervento per episodi di “violenza domestica o di genere” subita dalle donne sono state 13.793 e in due casi su cinque (42%) risultano esserci minori coabitanti, 5000 sono i minori conviventi coinvolti direttamente o indirettamente in episodi di violenza sulle donne (https://www.savethechildren.it/blog-notizie/violenza-domestica-e-violenza-assistita-nuovi-dati ).

Si è dibattuto a lungo sulle lacune di un disegno di legge che, ponendosi come obiettivo la lotta alla violenza contro le donne in ambito domestico, sembra dimenticare quei 5000 minori che assistono a tutte le forme in cui si manifesta la violenza (fisica, psicologica, sessuale) fino all’omicidio della madre.

Nelle fasi conclusive quando il dott. Alfredo Gagliardi ha osservato che bisogna adoperarsi affinché i numeri citati non siano solo numeri, viene da sé il ricordo di una frase di Vittorio Arrigoni, giornalista e attivista ucciso nella striscia di Gaza il 15 aprile 2011, “Restiamo umani è l’adagio con cui firmavo i miei pezzi per il manifesto e per il blog. È un invito a ricordarsi della natura dell’uomo. Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere, credo che apparteniamo tutti indipendentemente dalle latitudini e dalle longitudini alla stessa famiglia che è la famiglia umana”.

I minori sono definiti “vittime invisibili”; per tale ragione si auspica che vi siano eventi in cui si discuta e ci si confronti sulle possibili forme di tutela diretta ed indiretta che il legislatore e i soggetti coinvolti, nelle diverse specialità e discipline, possano mettere in campo.

 

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