Contrasto al bullismo con sociologi-operatori dell’ANS Campania (Prima parte)

sociologia scuola sport

di Mimmo Condurro

Nell'autunno del 2021, Mondo Nuovo A.P.S., capofila del progetto nazionale “CIAO TOUR: CRESCITA, INCLUSIONE, ACCOGLIENZA, OCCUPAZIONE” finanziato nel 2018 ai sensi dell'art. 72 del D.lgs. 3 luglio 2017, n. 117 (Codice del Terzo Settore), dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, individuò le associazioni che nei diversi territori si potevano occupare di svolgere attività di contrasto al bullismo nelle scuole medie inferiori.

Per l'area di Napoli, e in parte della sua provincia, fu individuata l'Associazione Social Skills, che aveva una consolidata esperienza con riguardo al tema del bullismo. Date le specifiche caratteristiche dell'intervento richiesto, la presidente di Social Skills, Rossella Chiapparelli, ritenne opportuno dare un taglio più marcatamente sociologico al lavoro da svolgere nelle scuole e perciò si rivolse al sottoscritto, presidente dell'Associazione Nazionale Sociologi, Dipartimento Campania e della cooperativa Rifless, che le propose Sergio Mantile e Maria Valeria Smitti quali operatori-sociologi. Peraltro, l’ANS Campania aveva già collaborato negli anni precedenti alle campagne del Corecom Campania contro il bullismo

Le scuole coinvolte nel progetto, per due classi al giorno e per due ore per ogni classe, nell'arco di circa tre mesi, sono state la S.M.S. Belvedere del Vomero, l' I.C.S. Nicolini – Di Giacomo (plesso di via S. Eframo Vecchio e plesso di via Sogliano – Napoli centro), l' I.C.S. Michelangelo – Augusto (plesso di via Terracina-Fuorigrotta e plesso di via Ilioneo – Bagnoli) l' I.C.S. 28 Giovanni XXIII – Aliotta di Chiaiano e l' I.C.S. G. Garibaldi di Castel Volturno.

Le riflessioni che seguono sono basate sui resoconti dei sociologi coinvolti, nonché sui riscontri positivi – presso i ragazzi, i docenti e i presidi – per i quali i responsabili di Mondo Nuovo A.P.S., in contatto con il Ministero, hanno valutato i nostri risultati come i migliori sul territorio.

Credo che il successo dell’operazione sia stato dovuto, insieme alla bravura degli operatori-sociologi, anche alla novità dell’approccio sociologico nella scuola, che si colloca nell’arco dei metodi già operanti (senza ovviamente contrapporvisi) su una sezione lasciata troppo a lungo scoperta, peraltro anche in altre istituzioni. In particolare, ci riferiamo a quella della interconnessione del sociale, che è, nella definizione di Ferrarotti, la precipua sfera di competenza del sociologo. Nella scuola italiana, accanto al ruolo fondamentale e centrale del docente, hanno cominciato ad operare da anni altre figure professionali ausiliarie, per effetto di progetti specifici e opportunità legislative, come animatori, attori, artisti, esperti di protezione civile, operatori della comunicazione, ecc. Ultimamente, utilissima, si è aggiunta anche quella dello psicologo.

La frammentazione dei saperi e delle esperienze vitali – con i loro molteplici veicoli mediali – rischia di diventare, per le personalità in evoluzione di preadolescenti ed adolescenti, una sorta di ulteriore occasione confusionale, come un elemento dispersivo di energie e comprensione. Tanto la varietà dei contributi disciplinari offerti, che la complessità di problematiche e tematiche sociali che hanno rilievo nella comunità scolastica, necessitano perciò di un’azione rivolta alla ricomposizione cognitiva, di supporto specialistico alla funzione, comunque unificante, del docente.

E questo si è tradotto, nel nostro lavoro nelle scuole, in una tematizzazione delle relazioni sociali, dei codici linguistici e delle modalità comunicative, nonché dei meccanismi di invenzione della paura adoperati dal bullo, confrontati con relazioni, tipologie comunicative e meccanismi di induzione fobica tipici degli eserciti in guerra e delle organizzazioni criminali. Lo schema della lezione è stato comunque molto flessibile, adattandosi di volta in volta e in tempo reale al tipo e al numero di confessioni di atti di bullismo subito o del quale si era stati testimoni, al gruppo degli alunni, prevalentemente ‘concettuale’ oppure ‘fisico’, alla disponibilità del docente di turno. Utilissima si è dimostrata la collaborazione dei docenti, perché potevano segnalare problematiche particolari della classe o di un singolo alunno, e poi perché il docente coinvolto si prestava a diventare, in qualche modo, un operatore-alunno. Per qualche ora, in altre parole, si metteva alla pari con gli alunni, nel gioco didattico delle drammatizzazioni proposte.

La coppia di operatori-sociologi, era stata opportunamente composta a priori, mettendo insieme un maschio e una femmina; uno con esperienza pluridecennale, anche scolastica, l’altra giovane, di grande istinto e capacità comunicativa; entrambi in grande sintonia lavorativa. Con le differenze combinate di stato, hanno potuto così modulare degli interventi integrati, rivolgendosi al gruppo nel suo insieme e, contemporaneamente, intercettando il caso particolare, talvolta problematico, per coinvolgerlo singolarmente.

adminlesociologie

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