Crisi, incertezza, partecipazione
Di Pasquale Martucci
Studi ed analisi ormai consolidate rilevano che viviamo una condizione caratterizzata dall’incertezza, ovvero dall’in-certus, non certo, insufficiente, non del tutto fondato, instabile, che lascia spazio al rischio. “L’incertezza è l’habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane”, ha sostenuto Zygmunt Bauman: si tratta di un orizzonte che si allontana ogni volta che cerchiamo di afferrarlo. (Z. Bauman, La società dell’incertezza, Il Mulino, 2014)
Dunque, l’incertezza è una costante della vita umana: c’è stata la sua affermazione negli ultimi cinquant’anni, quando ci siamo resi conto di essere dipendenti dai casi della natura e dagli eventi della storia. A partire dalla seconda metà del XX secolo, è come se tutto convergesse verso la precarietà: dalla conoscenza del cosmo all’analisi dell’io individuale, dalle strutture elementari della materia alla dinamica delle società complesse.
Uno dei problemi che ha determinato la condizione di incertezza è proprio il fenomeno della globalizzazione. Ulrich Beck ha offerto alcune definizioni importanti: la globalità riconduce ad un mondo tecnologicamente interconnesso, attraversato soprattutto da flussi commerciali e finanziari; con globalizzazione si intende il processo attivo di interconnessione in continuo avanzamento, con forme inedite da definire; infine, il globalismo è l’azione di interpretazione e di costruzione di una ideologica delle trasformazioni in atto. (U. Beck, La società del rischio. Verso una seconda modernità, Carrocci, 2013)…………………………
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Crisi, incertezza, partecipazione – RICOCREA di Pasquale Martucci