Sei in condotta per un Napoli spento. 1 a 1 a Cagliari

                      Sei in condotta per un Napoli spento. 1 a 1 a Cagliari

                                                   Di Luciano Scateni

Si dovesse misurare a colpi di like, di emoticon sorridenti, di applausi e ok nessun dubbio mister Ranieri guiderebbe la classifica dei gentiluomini del calcio: signorilità, moderazione, saggezza strategica, charme, serietà. Il Cagliari, che da tempo non naviga a vele spiegate nelle acque limpide di un’isola incantata, stenta a competere con le agguerrite e opulente sorelle della terraferma, rischia l’esclusione dall’élite del calcio italiano e si offre all’esperienza serafica, all’intelligenza, al carisma di Ranieri per evitare al mitico team di Gigi Riva un nuovo capitombolo nel purgatorio della serie B. Sul Napoli soffia un vento carico di negatività. Le ultime folate: De Lau e Spallet si beccano alla luce del sole, dopo aver nascosto per un anno e più dissensi, incompatibilità, forse disistima del tecnico e suprematismo (“decido tutto io”) del padre padrone.  Kvara esce dal campo con stizza evidente, Osimhen gli attesta esplicitamente solidarietà e chissà se in tanti giorni di assenza ha impiegato il suo prezioso tempo nello studio della lingua francese, in preparazione del quasi certo trasloco al Psg. L’arduo obiettivo degli azzurri, di saltare sull’ultima carrozza del treno Napoli-Champions, propone un ultimatum: vincere, già da partite come questa, convincere e sperare nelle doti di terapeuta di Calzona. Non Politano, dunque niente ala destra, Raspadori con Osi e Kvara. Non c’è feeling tra le due tifoserie, ma in tribuna non mancano i napoletani. 400. Neanche qualche screzio. Arbitra il torinese Pairetto, pronti via…Nssn tatticismo al via. Le due squadre si confrontano a viso aperto, lo aveva annunciato Ranieri e Calzona certamente non è da meno. Il primo angolo è del Napoli. Duelli interessanti Mina Osi e Nandez Kvara. Possesso palla degli azzurri, verticalizzazioni dei sardi. Il Cagliari prova il pressing alto. Non si fanno complimenti in campo, qualche intervento duro degli uomini di Ranieri. Fase positiva dei rossoblù che conquistano un corner, nessun esito.  Secondo angolo per il Cagliari, che prova più volte a infilare la difesa azzurra. Makoumbou per Lapadula, deviazione di testa, para con sicurezza Meret. Raspadori spinto da Mina, Pairetto non fischia.  Ci prova Raspadori al minuto 26 con una conclusione dalla distanza, tiro deviato. Non è certamente un Cagliari remissivo. In mezz’ora nessun pericolo vero per i due portieri. Al minuto 32. doccia fredda, autogol di Rrahmani. Interviene il Var per posizione di fuori gioco di Lapadula influente, a stretto contatto con il centrale napoletano. Gol annullato. Lapadula ammonito per una sbracciata ai di Juan Jesus. Non è un Napoli da Champions e di fronte non ha il Barcellona. Mazzocchi servito di tacco da Osi, pallone in curva.  Manca la fluidità offensiva degli azzurri, cronica patologia dall’inizio del campionato. Grande occasione del Cagliari: a porta vuota Luvumbo di testa manda largamente sul fondo. Era tutto solo, con Meret fuori gioco per uno scontro con Juan Jesus. Il 75% di possesso palla degli azzurri non produce nulla di concreto, i gemelli del gol non pungono, anche perché serviti poco e male. Osimhen soffre com’era già successo in Napoli-Cagliari la marcatura perfetta di Mina. Luvumbo crossa ma debolmente e Meret evita che il pallone finisca a Lapadula in posizione favorevolissima per un vantaggio tutto sommato non immeritato. Quarto minuto di extra time. Angolo per i sardi e testa di Dossena, pallone oltre la traversa. Pericoli per Schuffet zero. Spogliatoi dell’Unipol Domus. Giallo per Luvumbo per spinta su Raspadorsi. Mazzocchi sembra soffrire l’intraprendenza di Luvumbo. Primo corner della ripresa per i rossoblù, il quarto del match. Il tema della partita non cambia. Il Napoli si perde in decine di passaggi infruttuosi e fatica a uscire

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