MA C’È CHI DIMISSIONA LE DIMISSIONI

                             MA C’È CHI DIMISSIONA LE DIMISSIONI

                                           Di Luciano Scateni

Anni d’oro della canzone festivaliera sanremese (nazionalpopolare) e una regina assoluta, la Nilla, nonché Pizzi, di ‘Papaveri e papere, ma anche di ‘…avvinta come l’edera’, immagine poetica per innamorati, ma non solo. Nell’era postmoderna dell’intelligenza artificiale la pianta rampicante, indissolubile metafora dell’attaccamento a qualcuno-qualcosa, si addice a soggetti molto speciali della galassia che usurpano il titolo di onorevole, abolito fin dal tempo di Adolf e del socio Benito. LO SO, ‘C.. O E CAMICIA’ è frase da evitare, perché gergo vulgaris, marende con rara efficacia il rapporto erotico, la simbiosi tipo ‘vinavil ipercollante’ dei politici con i rispettivi ruoli. La loro genia di indagati, processati e condannati, svilisce l’etica di eletti e gode di omertà della casta, che cancella accuse, reati accertati e influenza perfino parte della magistratura giudicante. In chiaro: soggetti della partitocrazia che da cittadini qualunque finirebbero in galera, restano “avvinti come l’edera” a ruoli di ministri, deputati, uomini di potere. GLI SGARBI DI SGARBI, le accuse di trarre profitto dal ruolo di sottosegretario alla Cultura di incassare sontuose parcelle per attività non compatibili con l’incarico istituzionale, di evasione fiscale. Il pubblico ministero che si occupa del caso sostiene che ha
partecipato a un’asta e ha acquistato un’opera del valore di 148 mila euro, ma transazione condotta dalla fidanzata, per non apparire. Insomma, imposte non pagate al fisco. Lo pubblica il ‘Fatto
quotidiano’, Sgarbi minaccia di denunciare il giornale alla Procura della Repubblica, Si accoda a indagati e processati che e rifiutano di dimettersi (Santanché, Delmastro, Corsini, Petrecca…). A chiedere la sua testa è perfino il ministro Sangiuliano (lo stesso che definì Dante Alighieri di destra e quando dirigeva il Tg2 partecipò attivamente alla convention di Fratelli d’Italia, ma non si dimise):
“Sono indignato dal comportamento di Sgarbi. Lo vedevo andare in giro a fare inaugurazioni, mostre e via dicendo. Mai avrei pensato che si facesse pagare per queste cose. Del resto, si sa, Sgarbi non l’ho
voluto io, anzi, cerco di tenerlo a debita distanza e di rimediare ai guai che fa in giro” “. LA MELONI È INFORMATA, ma sarebbe presto smentito chi ipotizzasse decisione di licenziare Sgarbi. Si deve al/alla premier se la Santanchè e altre pecore nere del suo entourage non hanno pagato errori ed omissioni con un ‘ben servito’. Il sottosegretario diffida la tv di Stato a mandare in onda l’inchiesta di ‘Report’ che lo riguarda. Ovvero, conferma l’occupazione bulgara della Rai, preda totale della destra. LETTERA AI VERTICI DI VIALE MAZZINI degli avvocati del sottosegretario alla cultura con la richiesta perentoria di non trasmettere l’inchiesta sul caso Sgarbi, perché ‘violerebbe il segreto istruttorio’. Non perché il programma di Ranucci direbbe il falso, ma perché, secondo i legali, Report non dovrebbe avere accesso a notizie acquisite dagli inquisitori. Di qui la diffida alla tv di Stato di
mandare in onda l’inchiesta che riguarda il sottosegretario, perché la divulgazione di un articolo “orientato” potrebbe influenzarne la decisione dei magistrati, a scapito della presunzione d’innocenza, dell’equo processo e della tutela della privacy dell’imputato. Lo Stato è, perciò obbligato a adottare misure dissuasive e restrizioni alla libertà di stampa per tutelare questi diritti fondamentali” (!!!). In altre parole, bavaglio all’informazione. AMARA IRONIA PER STRANE COINCIDENZE: al Gran Premio internazionale di Venezia assegnati riconoscimenti anche a Sgarbi e a Vannacci per il suo libro omofobo, razzista, neofascista.

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