PER NON DIMENTICARE

                             PER NON DIMENTICARE
                                Di Luciano scateni

Guerre, mutamenti climatici. Nel mondo spirano venti di neofascismo. In crescendo violenze, egoismi, aggressività, subcultura patriarcale, ricchi più ricchi, poveri più poveri e nel Bel Paese la piaga sanguinante del maschilismo troglodita: è micidiale la somma di queste distrazioni di massa che il rispetto per i diritti umani contrasta con la percezione di gravi patologie sociali dell’umanità.

CONTIAMO MENTALMENTE: uno, due, tre, quattro secondi. Questa frazione microscopica di tempo scandisce il tragico intervallo tra le morte di un bambino e la successiva, in qualche luogo dannato del mondo. Rabbia e commozione se ne siamo a conoscenza, empiti di solidarietà, spesso momentanea, ma poco o nulla per smentire la terribile previsione di un futuro molto prossimo, quando l’indifferenza dell’umanità ridurrà a due secondi il tempo della morte dopo l’altra di un bambino in qualche luogo della Terra. Muoiono in un anno nove milioni di bambini e sono morti che si dovrebbero evitare con a cure di qualità.  La denuncia dell’Onu è, universalmente inascoltata, con l’eccezione delle organizzazioni umanitarie.

UCRAINA, BAMBINI rapiti, deportati in Russia. Ucraina, bambini uccisi dalle bombe nelle loro case, negli ospedali. Gaza, bambini rapiti dai terroristi di Hamas, bambini palestinesi vittime dei raid israeliani. Africa subsahariana e Asia meridionale, terzo mondo dove i bambini muoiono di malattie prive di cure o di fame. L’intero mondo della disumanità rende schiavi i bambini, sfrutta deboli braccia. Casi non così rari: bambini che subiscono maltrattamenti negli asili nido e l’estrema violenza di madri che uccidono i figli appena nati: lo raccontano la cronaca di ogni giorno, la crudeltà delle immagini, le denunce delle organizzazioni umanitarie e inducono a momenti di dolorosa commozione, a moti di solidarietà virtuale, a donazioni, ma si trasformano in misura irrilevante nella rivoluzione richiesta dall’immensa dimensione della tragedia che violenta le fragilità dell’infanzia.

OCCHI PIENI DI LACRIME commozione e orrore, indignazione. Sono conseguenze del racconto della giornalista turca Nilüfer Demir, della sua fotografia del corpo senza vita di Alan Kurdi, bambino siriano di tre anni riverso Ma sulla spiaggia turca di una lussuosa località turistica. Tanti bambini come Alan li ha uccisi il Mare Nostrum, cimitero di migranti vittime della perversa ideologia dei respingimenti. Ma per quanti bambini si teme un destino di morte, colpevole l’indifferenza di chi potrebbe impedirlo? L’obiettivo delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile è “Conseguire una copertura sanitaria universale, l’accesso ai servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità, prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti. Il fallimento del progetto provocherebbe la morte di 59 milioni di bambini entro il 2030.

EFFETTO COLLATERALE della mancata tutela dell’infanzia, lo sfruttamento del lavoro minorile, prassi assimilabile alla schiavitù. Ne è responsabile, per lo più, il sistema economico occidentale, che crea extra profitti con il lavoro sottopagato e orari disumani imposti ai bambini. Non esiste purtroppo un codice che proibisca questi comportamenti speculativi e la soluzione non può essere che il divieto totale di delocalizzare la produzione di beni in Paesi dove è prassi impunita lo sfruttamento della povertà.

 

adminlesociologie

adminlesociologie

Lascia un commento

Questo sito utilizza i cookie e richiede i tuoi dati personali per migliorare la tua esperienza di navigazione.