“Ti piace il calcio?” “Questo no”.

“Ti piace il calcio?” “Questo no”.
di Luciano Scateni
È il calcio che non ci piace, di corrotti e corruttori, di bilanci delle società truccati, di miliardari avidi di interessato protagonismo che ‘comprano’ club in difficoltà finanziarie o particolarmente appetibili, di petrolieri, emiri, tycoon Usa, nababbi cinesi, che accumulano montagne di dollari senza muovere un dito. È forse azzardato, forse no, il confronto la malavita che si appropria di attività produttive, negozi, fabbriche in profonda crisi. L’inquinamento di un mondo nato per il divertimento popolare e progressivamente degenerato, è comunque conseguenza di società economicamente opulente e sempre meno rispettose dell’etica. Non è un caso se le tante prerogative del calcio variano da punte altissime di spettacolarità all’infimo di violenze, razzismo, pseudo campanilismo esasperato, se denunciano patologie da virus privi di vaccino. Esempio clamoroso di sofferenza sociale, di patologie né prevenute, né curate, è il dilagante, divisivo espandersi del razzismo negli stadi e nel sociale, in buona parte alimentato dai media, che per meri motivi di consenso delle tifoserie rappresentate, soffiano sul fuoco della rivalità. ‘Fatti’ di questi giorni’: il Napoli delle meraviglie disputa la sfida casalinga con il Milan nell’allucinante sabotaggio degli ultra, che con mezzi materialmente ‘persuasivi’ impongono il silenzio all’intero stadio Maradona e insultano De Laurentiis, perché deciso a rompere l’illecita prassi di ‘pagare’ il tifo sonoro per la propria squadra. Guardando in su, al nord del Paese, lo scenario si incupisce, estremizza il peggio di ingiurie antimeridionali e becero razzismo: Cesena, molotov contro striscione del Napoli: fiamme sul terrazzo. Motivo? Un tifoso napoletano residente in quella città espone sul balcone di casa uno striscione del Napoli club. Anonimi imbecilli lanciano una bottiglia molotov, per fortuna senza ferire nessuno. I carabinieri, ritengono che i responsabili siano ultra locali.
Poco ci piace che in una serata ‘no’ degli azzurri una manciata di violenti trasformi un evento sportivo in violenta rivendicazione dell’assurdo. Questo calcio non ci piace e men che mai l’immediato allungare le mani della camorra sugli affari che ruotano intorno alla probabilissima conquista dello scudetto.

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