Ras…Putin

Ras…Putin

di Luciano Scateni

A proposito di dissenso, la faccia sporca della Russia molto ricorda la brutale dittatura di Stalin, le vittime di regime, i contestatori incarcerati, ammazzati per aver condannato l’oligarchia illiberale del Cremlino.
L’ex Kgb, capo della ex Urss ha scippato il potere in un Paese che ha infangato l’eroismo della difesa di Stalingrado dal nazismo di Adolf Hitler e che con quella pagina di storia non ha nulla in comune.
La Russia di Putin, in apparenza così lontana dalle nefandezze pur diffuse nel mondo occidentale dominato dal dio denaro da accumulare a ogni costo, le ha imitate in peggio.

Se finora ha retto il sistema Putin, l’arricchimento personale e di un manipolo di spregiudicati oligarchi, se il destino del popolo russo lo hanno deciso dispoticamente gli alti burocrati, se l’autorevolezza di Putin dipende dagli arsenali di ordigni nucleari e armi chimiche, se la grandeur putiana diventa invasione di un Paese sovrano, se nonostante lo strapotere militare russo non riesce l’annessione violenta dell’Ucraina, in gioco c’è un’anomalia e ha radici nelle titubanze intervenute di colossi mondiali, Cina, India, Corea del Nord, alleati per impedire l’egemonia economica e politica del mondo occidentale di Usa ed Europa, ma anche il fil rouge di sponde filo Putin che allignano qua e là nei cinque continenti. Guerra infinita.

Il capo del Cremlino minaccia di risolverla a suo favore con l’uso di armi non convenzionali (bombe nucleari) e Biden risponde con identica prospettiva. Putin deve fare i conti, non da ieri, con il ‘fuoco amico’ e bruschi cambi di direzione dei sostenitori esterni. Si moltiplica e assume dimensione di rivolta la contestazione popolare, nonostante la brutale repressione e migliaia di arresti, dilaga l’esodo di chi rifiuta di andare a morire per una guerra d’invasione. Preoccupa il Cremlino le ferma denuncia di Cina e India sull’escalation della guerra in Ucraina, e un ultimo ‘sgarbo’ al regime è l’assalto alle compagnie aeree di cittadini russi in fuga dal loro Paese.

È il prologo per la defenestrazione di Putin? Così fosse, aumenterebbe pericolosamente il rischio di un addio preceduto dal lancio di ordigni nucleari? E Zelenski, dismetterà i panni di Davide che abbatte Golia, in favore di un ridimensionamento della rivincita che approdi a un processo di pace? Riusciranno Biden, Putin e i Paesi che li supportano ad aver ragione di chi trae profitti miliardari dalla fabbricazione e dalla vendita di armi?  È abbastanza autorevole l’Onu da imporre che gas e ogni altra fonte di energia sia un bene comune, da fornire a tutto il mondo e specialmente ai poveri della Terra? Forse è ora di privare la Russia del diritto di veto, che lo impedirebbe.

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