Spendibilità professionale della criminologia sociologica

di Alessandra De Luca e Alexandra Francavilla

Dopo aver ripercorso brevemente i contributi salienti apportati alla criminologia sociologica, risulta ora indispensabile fornire una panoramica – che si cercherà di rendere il più completa possibile – delle sue applicazioni concrete. Applicazioni che, ci preme rilevare, costituiscono una gamma di scelte molto ampia e non circoscritta a una manciata di rare mansioni.

Vale innanzitutto la pena menzionare il ruolo, di primaria importanza, che il criminologo-sociologo può ricoprire nel settore penitenziario, in particolare negli istituti. Si ricordi in primis la possibilità di intervenire sul trattamento rieducativo in veste di esperto criminologo ai sensi dell’art. 80, comma 4, dell’ordinamento penitenziario. Nel caso dei servizi minorili, si registra inoltre la richiesta di esperti in sociologia, ai sensi dell’art. 8 comma 2 del d.lgs. 272/1989. 

Una seconda alternativa, sempre connessa all’ambito carcerario, è quella di intraprendere la strada di funzionario giuridico-pedagogico: si tratta di una figura cardine nel campo del trattamento e della risocializzazione del condannato; è pertanto fondamentale nell’ottica dell’osservazione scientifica della personalità del reo, nell’elaborazione di un programma rieducativo adeguato ai bisogni e alle esigenze individuali, nel monitoraggio dei progressi del singolo e nell’assistenza allo stesso al momento dell’uscita dall’istituto, onde prevenire concretamente il rischio della recidiva. In entrambi i casi discussi, emerge con chiarezza quanto la formazione sociologica sia indispensabile: la conoscenza approfondita dei meccanismi delle relazioni del singolo e dei gruppi significativi in cui egli è immerso, insieme all’analisi del contesto socio-culturale di origine e di destinazione, sono tutte componenti necessarie alla positiva riuscita del trattamento rieducativo.

Sul piano prettamente giudiziario si rintraccia invece la possibilità, per il criminologo-sociologo, di impegnarsi come consulente tecnico d’ufficio o di parte, previa effettuazione di un master nella materia in oggetto: si ricordi a tal proposito che, in tutta Europa, quella del criminologo non è ritenuta una professione a sé stante, ma una specializzazione che va ad arricchire il corpus di conoscenze e competenze possedute dal sociologo, nonché le sue prospettive di impiego. 

Sul versante della giustizia riparativa, il criminologo-sociologo trova inoltre un’opportunità professionale nell’attività di mediazione penale in ambito minorile: sebbene in Italia la figura del mediatore non sia stata ancora del tutto disciplinata a livello legislativo, questa pratica sta conoscendo una significativa diffusione allo scopo di riconciliare, nel caso dei reati più lievi, la vittima e il reo e di evitare l’iter giudiziario (e dunque la precoce e, il più delle volte, irreversibile stigmatizzazione del minore autore di reato). 

Un’altra possibilità fa riferimento al settore, in rapida espansione, della security aziendale. Per affrontare questo discorso è necessaria una breve premessa: l’obiettivo della security aziendale è quello di tutelare da rischi provenienti dall’esterno sia i beni, materiali e immateriali, di proprietà dell’azienda, sia i suoi dipendenti. Ne discende una logica conseguenza: è indispensabile possedere una solida conoscenza della struttura e del funzionamento di un’organizzazione e delle relazioni che si instaurano al suo interno e fra i diversi gruppi presenti, nonché la sua interazione con l’ambiente esterno: è per questo che un criminologo con formazione sociologica si presenta come figura ideale per assolvere a questo incarico.

È importante menzionare anche l’accesso al settore della ricerca: presupposto fondamentale della comprensione dei fenomeni che interessano la società a vario titolo, il ruolo di ricercatore consente al criminologo-sociologo di comprendere a fondo i meccanismi sottesi a molteplici fattispecie criminose; un esempio riguarda lo studio delle associazioni di stampo mafioso, che non può prescindere da un’analisi del contesto ambientale e culturale di riferimento. I risultati della ricerca fungono inoltre da base per l’elaborazione delle politiche di prevenzione a livello locale, nazionale e internazionale.

Opzioni connesse al mondo della ricerca sono inoltre la docenza universitaria e la divulgazione: soprattutto per quanto concerne quest’ultima, si nota come l’evoluzione del web e dei social network abbia permesso a molti specialisti di sviluppare piattaforme digitali su cui poter pubblicare riviste, articoli e corsi online, nonché di gestire pagine sui social media deputate alla condivisione di contenuti relativi ai settori di competenza.

Un altro interessante campo di applicazione concerne l’ambito della prevenzione in materia di sicurezza urbana. Il criminologo-sociologo è deputato all’elaborazione di politiche di prevenzione del crimine e di politiche di sicurezza per rassicurare la cittadinanza, in stretta collaborazione con gli enti locali: l’intervento al livello delle inciviltà e di random crime può avere luogo grazie al bagaglio di competenze derivante dalla formazione sociologica, che consente al professionista di ricavare una conoscenza approfondita del contesto in cui opera, individuarne le criticità e mettere a punto progetti modellati sulle specificità del singolo caso. Indispensabili risultano, in questo senso, i contributi teorici della sociologia del rischio e del territorio.

Il criminologo-sociologo può altresì essere impiegato sia presso i centri antiviolenza, dopo aver integrato le proprie competenze con corsi formativi prettamente settoriali, sia presso quelli d’accoglienza: sia la violenza di genere sia, soprattutto, le migrazioni, sono infatti processi di matrice spiccatamente sociale e culturale, per la cui comprensione risultano indispensabili gli strumenti della sociologia.

Infine, un’affascinante opportunità per questo professionista risiede nella specializzazione nelle scienze strategiche: in questo modo egli potrà attivamente impegnarsi nel mondo delle politiche antiterrorismo su scala nazionale e internazionale, nonché, per tornare al settore penitenziario, negli interventi di deradicalizzazione dei soggetti considerati a rischio; il terrorismo è infatti anch’esso un fenomeno d’origine sociale e culturale, per affrontare il quale è necessaria una solida conoscenza della sociologia politica e della geopolitica.

In conclusione, da questa breve, e di certo non esaustiva, panoramica emerge come il criminologo-sociologo sia in possesso di un’ampia varietà di competenze trasversali, grazie alle quali egli può disporre di una considerevole gamma di scelte in fatto di specializzazione professionale e di un accesso privilegiato a tutti quei ruoli per cui una solida conoscenza sociologica si configura come insostituibile.

adminlesociologie

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