Breve intervista al grande poeta Antonio Spagnuolo,

Breve intervista al grande poeta Antonio Spagnuolo,

a cura di Maurizio Vitiello

 

E’ difficile concretizzare opere in diverse discipline operative oggi?

Le diverse capacità di impegnarsi nelle espressioni particolarmente artistiche richiedono sempre un campo operativo che sia libero da qualsiasi vincolo.

Oggi sussiste una certa libertà di espressione che concede di sperimentare nei vari campi del sapere, e in realtà io non ho trovato nessuna difficoltà nella mia dedizione per la “ricerca della parola”.

 

Vuoi trasferirti a Roma o a Milano, Parigi, Londra, NY?

Non lascerei Napoli per nessuna ragione.

Ben sapendo che le città da te nominate hanno un potenziale lavorativo e di divulgazione potentissimo, vuoi per le industrie, vuoi per le ricchezze, vuoi per il potere editoriale, io ho vissuto per oltre 92 anni in questa fucina di intelletti e di bellezze naturali, non comparabili con altre realtà, e felicemente continuo a godere di una indipendenza sociale e culturale che coltivo con passione.

Quali progetti vorresti sviluppare nel 2024 e dove e con chi?

Giunti alla mia età parlare di progetti è come voler proporre una scommessa contro il tempo.

Ma io ho ancora il desiderio di esprimermi nella poesia e spero proprio di riuscire a far rivivere entro quest’anno la mia (già famosa) rivista “Prospettive Culturali” che negli anni ‘60 – ‘80 dello scorso secolo ha avuto brillanti firme.

Il progetto è in cantiere con la collaborazione della giovanissima editrice “la Valle del Tempo” di Napoli, che mi sembra molto attenta agli impegni formativi contemporanei.

 

La stampa ti ha seguito ultimamente?

Fortunatamente, la stampa nazionale mi segue da sempre e ad ogni mio volume appaiono diverse recensioni che valorizzano la mia scrittura.

 

Hai partecipato a Fiere del Libro?

Si. Ultimamente, proprio a Napoli.

Credi che la letteratura andrà avanti su altri canoni e codici?

La letteratura va avanti in maniera classica con tutti gli intoppi che certe categorie di sedicenti scrittori creano con le loro insufficienze.

Purtroppo, l’editoria ha delle bende per cui non sempre vede con esattezza e sforna molti volumi che non servono a niente.

Molto interessante è il mondo di Internet, con il quale e per il quale la diffusione della materia letteraria ha avuto una certa esplosione.

Anche qui, però, gioca la negatività che sussiste per la mancanza di una cernita critica valida, con la immissione in rete di opere di scarso o nullo valore.

Attualmente il mercato librario è florido?

Il pubblico che legge è ristretto, ma l’editoria sopravvive.

La distribuzione del libro è una prerogativa delle grandi case editrici, ma vedo che anche la piccola editoria riesce a sfornare opere di un certo valore, a volte superiore alla bianca di Einaudi!

Perché la letteratura va avanti nonostante alti livelli epidemici e stati di guerra?

Se ti riferisci al periodo Covid credo che la costrizione a rimanere per ore in casa abbia agevolato chi si dedica alla scrittura, facilitando l’impegno al computer e alla pagina bianca.

Circa invece alle guerre che attualmente oscurano l’orizzonte non saprei cosa dire.

In quei paesi credo che tutto sia sospeso e molto sia in ginocchio a causa di fratricidi e imposizioni politico/religiose.

Nel resto del mondo a me sembra di recepire una certa sordità rispetto agli avvenimenti bellici di Russia e Palestina, tirando a campare e proseguendo nella libertà civile.

La letteratura allora cerca elegantemente i suoi spazi e sembra sfuggire alle intemperie.

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