Presentato al MANN di Napoli il libro “Dall’Ercole al Corsiero – idee per una ridefinizione scientifica e artistica dell’identità visuale calcistica partenopea di Claudio Roberti e Giuseppe De Salvin, editore La Valle del Tempo.

Presentato al MANN di Napoli il libro “Dall’Ercole al Corsiero – Idee per una ridefinizione scientifica e artistica dell’identità visuale calcistica partenopea di Claudio Roberti e Giuseppe De Salvin, editore La Valle del Tempo.
 
di Mimmo Condurro, presidente ANS Campania.
 
All’interno di uno tra i più importanti musei archeologici al mondo, il più importante per quanto riguarda la pittura romana, esteso su una superficie espositiva di oltre 12 mila m², con collezioni private acquisite e donate alla città nel corso dei secoli (Borgia, Santangelo, Stevens, Spinelli), con la collezione Farnese, con reperti di Roma, le collezioni pompeiane con reperti dell’area vesuviana, la collezione egizia con oltre 18.000 reperti, tra le prime venti al mondo e tra le prime d’Italia, si è svolta al MANN, in un’ aula conferenze gremita, mercoledì 22 marzo, la seconda presentazione ufficiale-istituzionale del libro di Claudio Roberti e Giuseppe De Salvin dal titolo: “Dall’Ercole al Corsiero. Idee per una ridefinizione scientifica e artistica dell’identità visuale calcistica partenopea”, con prefazione di Domenico Condurro e postfazione di Maurizio Vitiello. Assieme ad illustri e preparatissimi, oltre che appassionati relatori si è argomentato, da più punti di vista, sul gioco del calcio, sport che con l’avvento della società post-industriale ha assunto connotati e funzioni di massa rappresentando una tematica di portata antropologico culturale, storica, sociologica ed economica.
In un territorio ricchissimo di civiltà stratificate la città di Napoli rappresenta in questo caso un’altra, forse ennesima contraddizione: in relazione alla sua mitologia, alla storia dell’arte, alle meraviglie naturalistiche, è possibile che l’odierna rappresentazione dello stemma sportivo della squadra di calcio cittadina, sia così paradossalmente povera e sotto-rappresentativa della città, sia in termini culturali, sia in termini di marketing e di merchandising? Questo il tema centrale della pubblicazione, a fronte di indici, variabili e statistiche emerse dalle fondamenta di questo studio, ben illustrato dai due autori, De Salvin e Roberti.
Estremamente importante e prestigioso, il contributo alla discussione fornito dal matematico e politico italiano Guido Trombetti, che dal 1971 ha tenuto corsi presso la Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali dell’Università di Napoli Federico II, socio della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti in Napoli e dell’Accademia Pontaniana, oltre che negli anni scorsi assessore all’Università e alla Ricerca dalla giunta della Regione Campania ed ex vicepresidente della stessa giunta, nonché Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, inoltre Medaglia d’oro ai Benemeriti della cultura e dell’arte (2003) e Premio “Palizzi 2006” dedicato a chi opera a Napoli per Napoli. Di pregio assoluto oltre che vanto, anche la recensione del libro cortesemente fornita da Luciano Scateni, volto e voce nota, giornalista professionista, scrittore, pittore, addetto stampa del sindaco di Napoli Maurizio Valenzi, caporedattore del quotidiano “Paese sera”, responsabile dell’edizione della Campania, in Rai, dal 1980 nel ruolo di caposervizio, inviato radio telecronista e, per tredici anni, conduttore del TG3 Campania; collaboratore di numerose testate giornalistiche e periodici, assente per i postumi di una fastidiosa influenza ma presente con la nota letta al pubblico, di cui segue qualche stralcio che accomuna un po’ tutti gli interventi:
“Dall’Ercole al Corsiero. Nessun dubbio, l’analisi sociologica di questo libro prezioso induce a riflettere globalmente sul fenomeno ‘calcio’, ma con sguardi di forte competenza sull’esaltante specificità di Napoli. Lo firmano Claudio Roberti e Giuseppe De Salvin, lo introduce la ricca, acuta, prefazione di Domenico Condurro e lo impreziosisce la postfazione di Maurizio Vitiello. Per chi ama lo sport sovrano dell’intera umanità, ‘Dall’Ercole al Corsiero’ risponde ai mille perché ‘tirare calci’ a un pallone nell’immaginario collettivo equivale e va oltre la dipendenza da altri grandi piaceri della vita, indaga a fondo origini, evoluzione e status attuale di uno sport su cui si può dire tutto il bene e tutto il male per casi di clamorosa degenerazione. Forse è questo lato B del calcio che contrasta con la giusta enfasi della narrazione… Il lavoro degli autori di “Dall’Ercole al Corsiero” è pari all’approfondimento di un seminario universitario sul tema e nobilita il percorso inaugurato dagli uomini illustri di Roma dal loro approccio elementare al gioco con la palla. Ne ha fatta di strada il calcio…”.  Recensione completa a questo link.
Di pregevole fattura anche gli altri interventi, della sociologa e politica italiana Flora Frate (XVIII legislatura) laureata in politiche sociali e del territorio, esperta di sociologia della disabilità, di progetti accademici ed educativi, del sociologo e giornalista, Antonio Sposito, conoscitore e sensibile divulgatore della profonda e antica cultura partenopea costituita oltre che di arte, anche di musica, cinema e miti calcistici.
Particolarmente interessante anche l’intervento di chi ha vissuto sulla propria pelle le emozioni legate a rappresentare stemmi e loghi sulle maglie, sul campo: Rosario Rivellino, allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, centromediano, 43 presenze con i partenopei (16 in Serie A), vincitore Coppa Italia nel 1962, prima squadra di Serie B a riuscire nell’impresa, che ha poi giocato per la prima volta anche nelle coppe europee; sostituto di Luís Vinício alla guida del Napoli in coppia con Alberto Delfrati nella stagione 1975-76 al termine della quale i partenopei arrivarono quinti in Serie A e conquistarono la seconda Coppa Italia, diventò poi allenatore in seconda di Bruno Pesaola; sempre nel Napoli è stato per diversi anni allenatore e responsabile tecnico del settore giovanile, vincendo il Torneo di Viareggio nel 1975.
Non poteva mancare la rappresentanza del tifo da stadio, oggi diffuso e radicato anche e soprattutto sui social media: Robert Nesta, fondatore di una delle pagine più seguite su Facebook e ad oggi anche su Instagram, con migliaia di followers, che non ha mancato di sottolineare la convinzione che ha accomunato tutti i presenti e i relatori dell’evento, ossia che il senso identitario di appartenenza ad un territorio e ad una comunità si manifesta, si rafforza e si radica anche e soprattutto con il legame viscerale alle tradizioni e ai simboli rappresentati nei loghi, sulle maglie, sulle sciarpe e sui vessilli di una squadra.
Le conclusioni sono state affidate, noblesse oblige, alla sociologia dell’arte, indiscussa e nobile “padrone di casa”, con l’esposizione tanto sintetica quanto efficace ed appassionata del vicepresidente Ans, Maurizio Vitiello, critico d’arte, articolista, organizzatore di eventi culturali e artistici, subito seguito dal saluto del maestro Cipollaro, autore dei disegni originali e degli spunti grafici raccolti nel libro. Finale di evento con la distribuzione ai relatori di una serie di gadget raffiguranti Ercole e il cavallo corsiero, gentilmente offerti dal nostro partner produttore di stampe in 3D, nonché associazione ambientalista Altrimondi.
In sintesi: un evento particolarmente riuscito, testimoniato dalle ricche, dettagliate, competenti esposizioni dei conferenzieri e dalla partecipazione convinta e appassionata di tutti i presenti, e non poteva essere altrimenti potremmo aggiungere, considerato il fascino primordiale dei rituali e delle simbologie prima analizzate nella genesi e poi nei dettagli, con l’esposizione “di uno studio di settore che pone al centro dell’analisi simboli, colori, disegni, anche stilizzati, che caratterizzano le singole squadre assieme ai calciatori che ne difendono i colori: lo stemma di un club, di una società sportiva, diventa il simbolo assoluto e identificativo in grado di incarnare passioni ancestrali e ataviche, capace di andare ben al di là del risultato sportivo raggiunto, di ieri di oggi e di domani. E non si può certo mettere in secondo piano il fortissimo impatto che un logo, sportivo o di altro genere, riveste oggi in termini di appeal commerciale e di vendite” (dalla prefazione del libro “Dall’Ercole al Corsiero”).
 
 
 
 
 
 
 
 
 
adminlesociologie

adminlesociologie

Lascia un commento

Questo sito utilizza i cookie e richiede i tuoi dati personali per migliorare la tua esperienza di navigazione.