Gennaro (‘san’) pensaci tu

Gennaro (‘san’) pensaci tu

di Luciano Scateni

Non è vero, ma ci credo”: la saggezza popolare racconta l’ ‘incomprensibile’ che appare verosimile se fa bene alla psiche e all’anima degli esseri umani. Per fare un esempio: nella beata ingenuità del cattolicesimo militante, di fedeli soggiogati da dogmi e narrazioni fantasiose, non abita lo scetticismo e diventa credibile la favola sull’origine della specie umana per merito di Adamo ed Eva che la scienza, pur nella incompleta indagine sulla nascita della Terra, la fa risalire a micro elementi cellulari allo stato pre embrionale. Non è dissimile il culto di santi e beati, di supposti miracoli, che non riconosce la ragione degli scienziati, ma che è di grande conforto per chi li ritiene incontrovertibili. La Napoli di mille problemi, sofferenze e calamità, coltiva il culto per il suo patrono, che ha in archivio il primo ‘caso’ di protezione celeste della città dal terribile evento del lontano 1631, allorché la lava dell’eruzione del Vesuvio arrivò fino alle porte della città, ma si fermò, come racconta la cronaca del tempo, con il ‘miracolo’ del sangue che ‘si sciolse’ nell’ampolla che lo conteneva.

Mitico il dialogo di Massimo Troisi con “Gennà” per ottenere i numeri vincenti di un terno al lotto. Quasi 400 anni dopo quel tragico 1631, i credenti che adorano Maradona, ma non quanto il Santo, in vista del sedici dicembre, giorno del miracolo citato, si appellano alla generosità del patrono perché aiuti Spalletti e i suoi prodi a comandare la classifica fino al successivo prodigio che coinciderebbe approssimativamente con la fine del campionato e l’agognato terzo scudetto. Un anticipo di benevolenza è atteso già per la prossima domenica, per il 9 di ottobre. In quel di Cremona il Napoli, ottava meraviglia del mondo, proverà a portare a nove le partite senza sconfitte, che le consentono di condividere la testa della serie A, per ora in condominio con l’Atalanta, squadra alle prese in trasferta con l’osso duro dell’Udinese ‘rivelazione’. Ai blocchi di partenza di domenica il Napoli parte in quinta corsia, in atletica riservata ai più forti.
Il suo background: 20 punti (sei vittorie, due pareggi, nessuna sconfitta), 18 i gol realizzati, solo 6 quelli subiti. L’avversaria di turno, in serie A dopo 26 anni di purgatorio: 3 punti in classifica (3 pareggi, nessuna vittoria, 5 sconfitte) e l’obiettivo massimo di non tornare in serie B. Con un mini miracolo, san Gennaro ha già confermato la generosa disposizione a ricambiare chi lo ha eletto a tutore di Napoli: in sintonia con l’impresa di un via sprint del campionato e di esaltanti exploit di Champions degli azzurri, il patrono della città ha costretto i media a esaltare lo stato di grazia della squadra.
Perfino la juventina ‘Repubblica’ retrocede dall’ostracismo filo nordista con una doppia pagina nella cronaca made in Naples e in nazionale con le lodi sperticate per la squadra azzurra, affidate al mito dell’ex Krol: “Sembra il Milan di Sacchi” (per evitare alle firme interne di inimicarsi l’editore, il padrone Fiat-Juve). In cronaca il giallista-tifoso De Giovanni, ospite reiterato di tv private e pubbliche: “Abbiamo scritto la storia” (Napoleone al confronto si ridimensiona) e De Laurentiis (forse perché in trattativa con il gigante Apple): “Ho visto un squadra cosmica”. Spalletti: “Anche Maradona sarà fiero di noi” (ma quando lasceranno ‘el pibe de oro’ riposare in pace?)

Di furbizia in furbizia. Anche questo connotato degli umani ha le gambe corte come le bugie. La ‘sorella d’Italia’, dilettante allo sbaraglio di un partito che ‘vanta’ innumerevoli episodi di neo fascismo (Landini, leader della Cgil aspetta impaziente che la giustizia condanni l’aggressione squadrista alla sede del sindacato), stupida però non è. Consapevole di non essere all’altezza di emulare l’autorevolezza e il prestigio di Draghi nella gestione dell’economia italiana, non sapendo da che parte cercare un suon errore di gestione, lo accusa improvvidamente di ritardi nel consegnare alla Ue il progetto per ottenere i finanziamenti multimiliardari. È un autogol: Draghi, nell’ammonirla non far guai, l’annichilisce: “Altro che ritardi, le trance del maxi finanziamento (Pnrr) arrivano puntualmente a conferma del placet al nostro piano”.

La neo buonista borgatara della ‘Garbatella’ provi a smentire la presenza di un filo nero che la connette al neo fascismo. Di stretta attualità: a Genova, sulla saracinesca di una pasticceria, neonazisti hanno scritto ‘Negozio ebreo’ e qualche tempo fa un assessore femmina di Fratelli d’Italia ha chiesto in giro se si sa perché gli ebrei hanno un naso grande (alludeva a un idiota perché mentono sulla shoa?).
Non ci resta che resistere.

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