Siamo nel ’29 ma senza New Deal

Siamo nel ’29 ma senza New Deal

di Maurizio Bolognetti

In un mondo in cui la grande finanza ha divorato l’economia, avremmo bisogno, per affrontare questa crisi, di un gigante come Franklin Delano Roosevelt.

In un mondo in cui la grande finanza internazionale e le burocrazie, che caratterizzano l’epoca della globalizzazione, tendono a svalutare il momento democratico rappresentativo, avremmo bisogno di un ceto politico che comprenda che occorre in primis ridare valore e contenuto alle nostre sfiorite democrazie.

Per dirla con il prof. Fulco Lanchester : “I fenomeni di integrazione, internazionalizzazione e globalizzazione hanno svuotato i partiti, i parlamenti e tutte le istituzioni nazionali e hanno concentrato la decisione su qualche cosa di molto burocratico, da un lato, e di occulto dall’altro”.

Siamo nel 1929, ma, ahimè, all’orizzonte non si intravede un New Deal e il capitalismo è anche, e sempre più, per mutuare il titolo di un interessante saggio di Shoshana Zuboff, “capitalismo della sorveglianza”.

O ridiamo valore a parole come giustizia sociale e democrazia o siamo tutti spacciati.

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