IN 24 RIGHE – DISUMANITA’
Di Luciano Scateni
Come molti di voi, credo, ho scelto la pazienza, in attesa che media e social, quotidiani e informazione radiotelevisiva, manifestassero il profondo cordoglio dell’umanità per la tragedia del riscaldamento della Terra che ha tolto la vita a 1.301 pellegrini diretti alla Mecca per onorare il loro dio. Niente, la sciagura è stata totalmente ignorata, ed è scandalo quasi pari all’indifferenza del Parlamento italiano in risposta alla denuncia di una deputata che inorridita informava i distratti presenti della tragedia subita da un lavoratore indiano della terra, che per un infortunio sul lavoro ha perso un braccio e sanguinate è stato abbandonato dal datore di lavoro. Del massacro di religiosi arabi c’è traccia tardiva in una lettera a ‘la Repubblica’, di un lettore che sulla strage di arabi uccisi dai 50 gradi di temperatura torrida, durante il percorso per raggiungere la Mecca. L’inaspettata risposta: “Non li ha uccisi il caldo ma il fanatismo (fanatismo religioso, o solo fede in Allah? ndr, simile alla nostra per il Dio dei cattolici?). Ma come? Morti per il credo nel loro Messia degli arabi, da condannare perché nel luogo ‘santo’ della Mecca senza far parte dei fedeli ammessi ufficialmente alle celebrazioni? Liquidare con il silenzio la morte di 1.300 esseri umani (solo perché arabi?), è forse frutto dell’indegno egocentrismo di ‘umani’ che credono nel “prima l’uomo bianco, con occhi azzurri e capelli biondi”? Del fuoco di temperature torride si muore anche in Italia e l’immagine della terra siciliana spaccata dall’aridità, incoltivabile, condanna chi spacca a metà il Paese con l’autonomia leghista. Malta, Paesi arabi non solo, lambiti dal mare, hanno affrontato e risolto la crisi idrica con impianti di dissalazione. Malta non ha un acquedotto, tutta l’isola si disseta e fa fronte all’irrigazione (maggior consumo d’acqua in assoluto) con un imponente dissalatore. L’Italia ha la fortuna di affacciarsi su 7.914 chilometri di coste, ma lamenta ogni estate la crisi idrica, che asciuga perfino il Po. La Sicilia brucia, spreca miliardi in quantità per il ponte-propaganda di Salvini sullo Stretto, messo in discussione dalla scienza, dagli economisti, dai siciliani e li punisce con la carestia di acqua e un sistema ferroviario regionale da terzo mondo. “Non è un bel Paese l’Italia”: lo ha detto in lacrime la moglie del lavoratore indiano ucciso dal cinismo del suo ‘padrone’. Come darle torto?