Qatar e mondiali in due puntate

Qatar e mondiali in due puntate

di Luciano Scateni

L’out dell’Italia, bocciata dai preliminari del Mondiale è solo una ragione campanilistica per prendere le distanze dai Mondiali di Calcio del Qatar. La sollecitazione è del movimento BoycottQatar2022, e sono quattro o più i punti della motivazione a boicottare il Mondiale: assenza in Qatar dei diritti umani, le donne sono gravemente svantaggiate dalle normative legali, il carcere inflitto agli omosessuali, l’abbandono dell’islam perseguito come un crimine capitale, la corruzione, la legislazione antidemocratica, centinaia di migliaia di lavoratori sfruttati in disumani campi di lavoro e per mesi in pessime condizioni di alloggio, senza cure.

Molti sindaci francesi i rifiutano di favorire la proiezione pubblica delle partite della Coppa, per motivi umani ed ambientali. Il socialista Benoît Payan: “Marsiglia, fortemente attaccata ai valori di condivisione e solidarietà nello sport, non può contribuire alla promozione di questo Mondiale di calcio 2022 in Qatar”. Il sindaco di Bordeaux: “Avrei davvero l’impressione di essere complice di questo evento sportivo che rappresenta tutte le aberrazioni umanitarie, ecologiche e sportive”.

In Italia si chiede all’Anci e a tutti i sindaci italiani di unirsi in un’iniziativa simile a quella dei colleghi francesi. Ma la Rai, prima di acquisire i diritti televisivi dell’evento, sapeva a chi accreditava i 170 milioni di dollari dell’esclusiva?

La suggestiva, stilizzata immagine di un calciatore con palla al piede si completa ogni giorno e più volte con l’annuncio dei mondiali del calcio nel corso della programmazione quotidiana della Rai. In grande evidenza il countdown: meno 20,19,18…8,7,6,5… L’enfasi dell’informativa, di là dall’ovvio assecondare l’attesa degli appassionati, ha una sua motivazione nella cifra che l’azienda di viale Mazzini ha sborsato per i diritti di tele trasmissione delle partite. Note dolentissime: la Rai, decide di acquistare l’esclusiva dei Mondiali per tempo, per ‘bruciare la concorrenza, mai immaginando il ‘dramma italiano’ dell’esclusione degli azzurri dall’evento e paga una cifra tra 179 a 190 milioni. Certo, l’inflazione non ha soste, ma come giustificare l’enormità della differenza con gli 80 milioni che sono bastati alla Russia per i mondiali del 2018’. Oltre al danno la beffa. L’assenza dell’Italia dai Mondiali del Qatar sfetta del 25% gli introiti pubblicitari. Fin qui il prologo ‘nazionalista’ dell’affare Mondiali, dell’incredibile assegnazione al microscopico, straricco Qatar, ‘affollato’, si fa per dire di duecentomila abitanti, quanti ne conta il Vomero, quartiere napoletano. Demerito della Rai, ma anche merito a posteriori. Ieri sera, la terza rete ha ospitato un’esemplare inchiesta sui retroscena dei Mondiali arraffati dal Paese che nega i diritti, senza passato calcistico, programmati nella stagione climatica locale simile al nostro agosto e che per rispondere alla complessità delle opere richieste dall’evento ha schiavizzato molte migliaia di lavoratori arruolati nei luoghi delle povertà estreme. Il peggio: come battere la concorrenza di altri Paesi (gli Stati Uniti ad esempio, favoriti fino a pochi giorni prima dell’affidamento al Qatar, ma anche Australia, Giappone, Corea del Sud). Come? Report ha ricostruito l’intero impianto della manovra che ha ‘convinto’ la Fifa a premiare le avances degli arabi. È più di un sospetto, gli emissari del Qatar hanno dispensato regali per ogni ‘sì’ ricevuto e conoscendo l’immensità delle ricchezze investite nell’ ‘affare’ non è difficile immaginare che non si è trattato di foulard e cravatte.

Per il ‘caso Qatar’ la magistratura ha ipotizzano i reati di corruzione attiva e passiva da rinvio a giudizio. Il fulcro delle indagini racconta di un pranzo all’Eliseo nove giorni prima dell’assegnazione dei mondiali alla Russia e al Qatar, con Sarkozy, Platini vicepresidente della Fifa, Tamin ben Hamad al Thani, principe ereditario dell'emirato del Qatar, il potentissimo segretario generale dell'Eliseo Gueánt, e la consulente per le questioni sportive, Sophie Dion. Colpo di scena: Platini che era orientato a votare per gli Usa, alla vigilia della consultazione ha informato Blatter di aver dirottato la preferenza sul Qatar. Sospetti: acquisizione del Paris Saint Germain (squadra del cuore di Sarkozy) da parte di un fondo sovrano del Qatar; ingresso di capitali qatarioti nell'azionariato del gruppo Lagardere; creazione di un potente soggetto televisivo specializzato in acquisizione e trasmissione di contenuti sportivi in contrapposizione a Canal+. Si compone il mosaico del potere politico-finanziario. Laurent Platini, figlio di Michel, è assunto da Burrda Sport, equipaggiamento sportivo, proprietà di Qatar Sport Investments, fondo sovrano che controlla il Paris Saint Germain e l'emittente sportiva nata per entrare nel mercato francese; si inaugura all'Università della Sorbona, la cattedra in “Etica e sicurezza nello sport” è per Sophie Dion, finanziata dal Qatar. (1, continua)

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