IN 45 RIGHE
La città in controluce
Di Luciano Scateni
Bianco e nero, positivo, negativo, dalle stelle alle stalle: come le monete, Napoli ha due facce, è testa o croce, ovvero, mille problemi in permanente evoluzione-involuzione e immutato ‘appeal’, fascino dello spettacolare enclave al top di suggestioni, di offerte emotivamente intense, che le cuciono addosso il titolo di ‘Perla dell’umanità” e raccontano con l’incontestabile postulato dell’ “aritmetica che non è un’opinione”, il boom di un milione e duecentomila visitatori di mezzo mondo che in poco più di un semestre del 2023 (in aumento nel 2024) hanno sfidato la Città Eterna, gratificata dal detto “tutte le strade portano a Roma”, con l’elezione di Partenope a meta per flussi turistici da record. L’incredibile della napoletanità: la città non era pronta a ricevere l’‘assalto’ in massa di ospiti, ma i limiti della predisposizione all’accoglienza non hanno generato disillusione e scontento: ecco il miracolo di una città felicemente ‘marziana’, simpaticamente anomala, regina dell’arte collaudata dell’arrangiarsi. Chi se ne intende di ‘forchette’ ha assegnato alla cucina napoletana il top della gastronomia, lo scalino più alto del podio per la cucina napoletana, offerta dall’arcipelago di isole e isolotti del buon mangiare. Sull’accidentata via dell’onere chiesto dal perfezionamento della bella ‘incompiuta’ si frappongono ostacoli antichi e contemporanei: lo splendido proscenio della città, il suo mitico lungomare, ansimano per la caotica occupazione di ‘vu cumpra’ e chioschi di aspetto da bazar; è di vecchia data il degrado della Villa comunale (non decolla l’idea di estenderlo fino alla scogliera e di imbucare il traffico in un percorso analogo, sotterraneo); il porto di Mergellina, da ampliare, respinge decine di imbarcazioni per mancanza di spazi d’approdo. Sono in sofferenza, da sempre, il verde urbano, privo di manutenzione ordinaria, la stentata mobilità, gli arredi urbani (caso limite la pavimentazione sconnessa della centralissima via Toledo, lo stato di abbandono di palazzi storici); scoraggia la difficoltà di collegamento dal centro al museo di Capodimonte. La revisione straordinaria delle funicolari interrompe per anni questo importante servizio, s’impolverano i progetti di scale mobili di collegamento con la città collinare. La proliferazione di alloggi temporanei per i turisti ha sottratto al mercato immobiliare un numero preoccupante di abitazioni, si è dilatata la rete di ristoranti, trattorie, pizzerie paninoteche, bar, collocata nel disordine di soluzioni logistiche incontrollate e occupazioni selvagge di strade, marciapiedi. Il lato ‘B’: chi viene a Napoli, attratto dalle meraviglie della città d’art, che gronda cultura e si ammira per la strepitosa simbiosi natura-arte, approva il test-sondaggio sul gradimento dei turisti e ai ‘like’, aggiunge convinto l’intenzione di replicare il soggiorno napoletano. In rapida sintesi: Teatro San Carlo, Musei, monumenti, San Gregorio Armeno, il Vesuvio, le isole, la musicalità che traspira ovunque, cordialità, simpatia, il colorito di una lingua senza uguali, la grandiosità del centro storico, il rinascimento dei quartieri spagnoli, la gioia di vivere trasmesso da un popolo intero: sono irresistibili attrattori e illuminano gli angoli bui di Napoli, gli stessi o simili propri di ogni metropoli del mondo.