I Paesi del Parco Nazionale del Pollino: Chiaromonte1
Fotoreportage di Maurizio Bolognetti
Curva dopo curva, tornante dopo tornante, Chiaromonte si offre all’occhio del visitatore e si apre come uno scrigno. Passeggiando per le vie del centro storico, in questo pomeriggio di dicembre, in questo giorno dell’Immacolata, ad accompagnarmi c’era la sola voce del vento e un silenzio irreale. Ogni passo uno scorcio da catturare con quel prolungamento dell’occhio che chiamiamo macchina fotografica e un pezzo di cielo. Provi a leggere la luce che ti investe, luce che vira verso il tramonto e l’anima gode del vento, del silenzio e dei panorami mozzafiato. Una panchina, fatta da un geniale artigiano, mi strizza l’occhio e poi, incredibile ma vero, mi accorgo di essermi perso tra i vicoli.
1 Chiaromonte è un comune probabilmente piĂą noto ai sociologi che ai cittadini in generale, in quanto, a metĂ degli anni Cinquanta del Novecento, il sociologo americano Edward C. Banfield, vi condusse una famosissima ricerca, da cui un concetto fortunato e molto discusso, quello di “familismo amorale” e il libro in cui furono riportati i risultati con le riflessioni dell’autore “Le basi morali di una societĂ arretrata”. Nel libro, come vuole una consuetudine degli scienziati sociali nei rapporti di ricerca di una comunitĂ urbana, il nome fu cambiato in Montegrano. All’epoca della ricerca, Chiaromonte/Montegrano contava 3.400 abitanti, poco piĂą dei 3240 censiti nel 1862 (n.d.r.)