Fine di una serie A da incubo. Napoli-Lecce 0 a 0
Di Luciano Scateni
Né carne, né pesce, Dante collocherebbe questo Napoli scalcagnato ‘tra lor che son sospesi”, nell’opaco intermezzo tra inferno e paradiso, a metà classifica, dove transitano in attesa di miglior vita le squadra escluse dal club delle eccellenze elette a competere con le sorelle europee in Champions. La matematica, che non è un’opinione, conferma: prima di questo confronto-scontro pre vacanziero del Sud con i salentini della splendida Lecce, ‘Signora del Barocco’, nello scout degli azzurri (ma è improprio chiamarli così dopo la rivisitazione Armani delle magliette, con le costose varianti dal bianco al nero) figurano le 37 partite disputate e lo scarno bilancio di 13 vittorie, 13 pareggi, 16 sconfitte, ma anche il default di 55 gol segnati e 48 subiti, la beffa di tre sostituti di Spalletti, a essere generosi inadeguati e la prodezza di De Lau, orfano anche di Giunto, che ha frequentato il ‘mercato’ per far cassa, compensando gli addii (uno per tutti Kim) con un campionario di mediocrità. Contestato, nel ruolo di temporeggiatore, di ‘Re tentenna’, ha sparacchiato fuochi d’artificio quotidiani e millantato interessi operativi per calciatori da pallone d’oro, allenatori da scudetto (Conte favorito, Gasperini, Italiano, Pioli, quest’ultimo praticamente licenziato dal Milan). Bye, bye, certi; Osimhen, Zielinski, Traoré, Dendoncker. Probabili partenze: Meret, Di Lorenzo, Ostigard, Juan Jesus, Simeone. Il Psg prova a far suo Kvara. E Natan, Lindstrom, Idasiak, Ngonge? Boh? Tra 90 minuti calerà il sipario sul ‘teatro’ del calcio tricolore e non sarà un finale da applausi, a prescindere dall’episodio contingente di Napoli-Lecce. Il tempo degli inganni è scaduto e non sarà facile tornare all’entusiasmo dei ‘forza Napoli sempre’. In breve, per quel che conta il risultato, ecco l’ultima fatica di Osimhen e compagni. Come piace a Calzona subito aggressivo il Napoli e primo calcio d’angolo. Al secondo minuto tentativo di Olivera, testa su cross di Di Lorenzo, pallone oltre la traversa difesa da Falcone. Controlla palla del Napoli, Lecce difensivo. Brivido per gli azzurri al nono, palo scheggiato da Dorgu servito da Krstovic. Risponde il Napoli con Politano che conclude un’incursione di Kvara, contrato da Gendrey. Caldo pre estivo. Funziona l’asse Di Lorenzo-Politano. Attenzione al contropiede leccese. Preme il Napoli, ma fatica a sfondare. Niente di nuovo. Stadio Maradona polemico, striscioni in curva B che denunciano le sconfitte interne degli azzurri. Al 20esimo azione personale di Simeone e di nuovo pallone alto, sul fondo. Tre tentativi del Napoli dal tridente offensivo. Nell’ordine Politano, Simeone e Kvara. Difende con ordine la squadra di Gotti che riparte in contropiede. Nella prima mezz’ora questo Napoli conferma le serie difficoltà di andare in gol. Molto attivo Cajuste, per guadagnare la conferma in azzurro? Il Napoli prova a verticalizzare il gioco, ma è sempre 0 a 0. La partita perde qualità per responsabilità reciproca. 5 alla fine. Berisha in ripartenza del Lecce, servito da Almqvist conclude di destro, conclusione deviata in angolo al minuto 42. Fischi sonori per il Napoli in condizione dimessa e spogliatoi. Primo tempo di evidente modestia riflessione conseguente: ma il calcio se non diverte, che calcio è? Domanda per il post Calzona. Raspadori per Simeone, Ngonge per Politano al via della ripresa, giusto per far qualcosa. Tre tentativi del Napoli: Kvara, Cajuste e Ngonge al 49esimo e quest’ultimo è il primo vero pericolo per il Lecce. Strepitoso Falcone che toglie il pallone dal sette della porta. Il Napoli compassato dell’inizio di tempo cambia marci, assalto alla porta leccese. Anche questo de ja vu al rientro in campo dopo il riposo. Iella al minuto 53, palo di Cajuste che pareggia quello del primo tempo del Lecce colpito da Dorgu. Cambi Lecce: Pierotti per Krstovic, Gonzales per Almqvist. Attacco Lecce nuovo di zecca. Kvara fa impazzirne Gonzales con i suoi dribling imprendibili. Iella bis degli azzurri, traversa colpita da Ngonge al minuto 64. In campo Osimhen per Cajuste, Piccoli per Gallo. Squadre più offensive e ne guadagna la vivacità di gioco. Occasione per Olivera, Baschirotto s’immola e sventa il pericolo. Napoli con quattro attaccanti in campo, il Lecce fa muro. Rafia per Berisha, Oudin per Blin. Un’altra stranezza degli azzurri, un tempo sì, uno no, infinite volte. Dieci minuti al 90esimo. Oudin spaventa il Napoli con una pericolosa conclusione. Mazzocchi per Di Lorenzo e Calzona spieghi questi cambi in zona Cesarini. 5 minuti di over time. Dalla curva B invito agli azzurri di sparire dal campo appena scoccata la fine del tempo supplementare. Fischi arrivati fino in cima al Vesuvio, Napoli fuori dall’Europa.