“𝑺𝑶𝑺𝑻𝑬𝑵𝑰𝑩𝑰𝑳𝑰𝑻À 𝑺𝑶𝑪𝑰𝑨𝑳𝑬” in Azienda”., in occasione del 50° Anniversario della HOSCH Italia Srl
Luigi Bernabò, neo-dirigente Ans Campania, è stato invitato il 27 maggio, presso Pontecagnano, quale referente di Salerno e provincia, al 50° Anniversario della HOSCH Italia Srl in occasione della celebrazione della fondazione, che ha programmato una serie di iniziative da realizzare nei prossimi mesi, iniziando con “𝑺𝑶𝑺𝑻𝑬𝑵𝑰𝑩𝑰𝑳𝑰𝑻À 𝑺𝑶𝑪𝑰𝑨𝑳𝑬” in Azienda”.
Bernabò ha sottolineato che una società sostenibile è quella che ascolta, accoglie e cresce insieme, senza lasciare indietro nessuno.
Investire nella 𝑺𝑶𝑺𝑻𝑬𝑵𝑰𝑩𝑰𝑳𝑰𝑻À 𝑺𝑶𝑪𝑰𝑨𝑳𝑬 vuol dire promuovere lavoro dignitoso, pari opportunità, accesso all’istruzione, rispetto per le diversità e coesione tra le comunità.
Perché un mondo davvero sostenibile è un mondo giusto. La sostenibilità sociale, prosegue nel suo intervento, si costruisce con politiche pubbliche giuste, ma anche con l’impegno quotidiano di ciascuno: nelle imprese, nella scuola, nella cultura, nel terzo settore. Si tratta di mettere le persone al centro, ascoltarle, coinvolgerle. Dobbiamo passare da un’economia che estrae valore a una che lo redistribuisce. E se vogliamo davvero non lasciare indietro nessuno, dobbiamo iniziare da qui, da un vero e proprio progetto umano, abbracciando la persona nella sua interezza. Non è solo una questione di responsabilità sociale, ma di strategia industriale. In un mondo complesso e interdipendente, coesione sociale e competitività vanno di pari passo.
Il neo-dirigente Ans continua con una riflessione: le transizioni ecologica, digitale e demografica in atto sono anche transizioni sociali. Se non le accompagniamo con giustizia, rischiamo di generare nuove forme di esclusione. Ma se le affrontiamo con visione, possono diventare un’opportunità straordinaria per ripensare i modelli di crescita, ed in questo, imprenditori, tecnici, etc. hanno un ruolo fondamentale: non solo come innovatori, ma come costruttori di legami, tra territori e futuro. Bernabò ha parlato anche del rapporto tra società e sostenibilità: come sociologo, osservo con interesse i cambiamenti in corso nei modelli organizzativi; sempre più aziende stanno sperimentando pratiche innovative di welfare, inclusione, formazione continua. Ma la strada è ancora lunga. Troppo spesso, la dimensione sociale viene vista come “costo” e non come investimento. Però dato che la sostenibilità sociale riguarda la qualità delle relazioni all’interno dei territori, delle organizzazioni e delle filiere produttive, i dati ci mostrano che le aziende più attente alla sostenibilità sociale, intesa non soltanto come benessere dei lavoratori, ma quelle che hanno un impatto positivo sui territori, sono le più performanti nel lungo periodo. Quindi la scelta di Hosch è sicuramente virtuosa perché riguarda il modo in cui il lavoro è organizzato, quanto sia accessibile all’innovazione, riuscendo a generare valore condiviso. Quando parliamo di sostenibilità, pensiamo spesso all’ambiente. Invece la sostenibilità sociale, come dimensione fondamentale, è quella che riguarda le persone, le comunità, i diritti, le opportunità. Senza giustizia sociale, nessuna transizione ecologica potrà essere davvero sostenibile. Questo significa costruire una società più equa, inclusiva e solidale. Significa garantire accesso all’istruzione, alla salute, al lavoro dignitoso. Significa combattere le disuguaglianze, promuovere l’inclusione, valorizzare la diversità. Le persone, oggi, chiedono rispetto, dignità e partecipazione. E chi sa ascoltarle costruisce valore.
In un mondo segnato da crisi multiple, climatica, sanitaria, economica, guerre, le fragilità sociali si amplificano, I dati sulla povertà, l’esclusione sociale, le disuguaglianze parlano chiaro. Quindi non possiamo costruire un futuro resiliente lasciando indietro chi è più vulnerabile. La coesione sociale, conclude Bernabò, è il cemento di ogni progetto di futuro.

